Salve a tutt*! Ho il piacere di invitarvi nel mio blog iniziando con una domanda che, come diceva qualcuno, sorge spontanea: perché scriviamo?
Ci hanno ripetuto allo sfinimento, dati alla mano, che l’Italia è popolata di pochissimi lettori ma pullula, al contrario, di scrittori. Quindi molte persone hanno la seria volontà di raccontare, raccontarsi, costruire storie e mondi.
Ma perché lo fanno? A questa domanda, poi, segue in maniera quasi automatica: perché scriviamo e vogliamo essere pubblicati?
Io provo a fornire la mia risposta, ma vorrei soprattutto sentire la vostra perché un abito adatto alla mia misura, potrebbe di sicuro non stare bene a voi. Io scrivo perché mi diverte e quindi, come tutte le cose divertenti, è un’esigenza dell’anima. Chiamatela come volete ma c’è qualcuno dentro di noi che bussa e vuole parlare. E allora iniziamo a scrivere.
Non importa poi se sono storie grottesche, brutte, strambe, ridicole, involontariamente comiche, più o meno commerciabili. Molti di noi hanno bisogno di raccontare e raccontarsi e non fa niente se a volte i tentativi siano goffi o se non incontreranno il gusto del pubblico. C’è un’esigenza a cui dobbiamo dare delle risposte.
Il voler essere pubblicati è, a mio avviso, conseguenza della prima necessità: vogliamo parlare certo, ma per essere poi ascoltati da qualcuno. Molti amano i monologhi ma, diciamocelo, costruire discorsi e interagire è tutta un’altra storia. Vuoi mettere entrare poi in empatia con un lettore?
Qual è il vostro pare a riguardo?
ADVISORY: la risposta “scrivo per soldi” non è contemplata visto che per i soldi bisognerebbe scegliere qualsiasi altra attività, fuorché quella di scrittore. E, in tutta onestà, di questi tempi non saprei neppure quale attività consigliarvi.
PERCHE’ SCRIVO. PERCHE’ SCRIVETE.
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