
DREPANUM la falce insanguinata
Dark Abyss Edizioni
378 pagine
Cartaceo: 12,82 Digitale: 3,99
Cari amanti del thriller, siete capitati nel posto giusto. Drepanum – la falce insanguinata di Alessia Piemonte è per chi ama il thriller ma vuole sperimentare anche qualcosa in più. Il commissario Alberto Baldarotta si trova a fare i conti con gli omicidi di A Mano Niura, lo spietato killer che da alcuni anni insanguina la “falce” di Trapani. Non è facile resistere al fascino della vicenda che inizia entrando in punta di piedi, descrivendo una Sicilia quasi sonnacchiosa e indolente, per arrivare poi ai ritmi via via più serrati delle pagine successive, nel momento in cui si crea un crescendo di azione e la vicenda sembra diventare sempre più intricata e efferata. I numerosi personaggi presenti nella storia, contribuiscono a creare un affresco realistico della terra di Trapani. Personalmente, come lettore, ho percepito l’aria e le ambientazioni siciliane, complice una scrittura molto elegante e immaginifica che non risparmia i dettagli suoi luoghi e soprattutto sui prodotti che “la falce” è in grado di offrire. Il commissario Baladarotta è un personaggio umano, con cui è molto facile empatizzare; ben lontano dagli stereotipi del commissario giovane, bello e maledetto, Baldarotta è un po’ attempato, goffo sul piano emotivo e interpersonale, ed è anche per questo che ispira la tenerezza e la fiducia che daresti a un padre anziano. Perché questo è Baldarotta: un padre, in primo luogo, nonché un marito che ha dovuto vivere la scomparsa prematura della compagna. Con i suoi pregi e i suoi difetti è, prima di tutto, un uomo, come lo sono i suoi colleghi e tutti gli altri coloriti personaggi che costituiscono l’architettura della storia. L’autrice riesce a trasmettere le loro ansie, le loro aspettative, le loro frustrazioni, in un turbine di emozioni che rendono la narrazione viva e sanguigna. La scrittura è impreziosita da coloriti dialoghi resi, di tanto in tanto, nel dialetto locale, scelta tesa a omaggiare il maestro Camilleri, per stessa ammissione dell’autrice in postfazione. Questa scelta rende il testo ancora più interessante e la comprensione del vernacolo non appare affatto difficoltosa (forse perché è in forma scritta…sul parlato avrei qualche remora in più). Se dovessi riassumere Drepanum con tre parole, userei: mistero, tensione ed eleganza. Sono questi gli elementi di una vicenda articolata e avvincente che fa dell’attenzione alle atmosfere uno dei suoi punti di forza. Degne di nota (forse anche perché incontrano il mio gusto personale) le descrizioni crude di odori e degli aspetti meno “piacevoli”: la ruggine, il degrado, il sangue, le deiezioni che spesso compaiono nei luoghi dell’azione, creano delle potenti sinestesie che contribuiscono a rendere l’esperienza decisamente immersiva. Un viaggio “concreto” e quasi sensoriale che accompagna il lettore fino alle ultime pagine, e lo spinge a domandarsi senza posa: chi sarà, tra i tanti, A Mano Niura?
Un gioiello tutto siciliano. Consigliatissimo.